giovedì 10 dicembre 2009

Istituita finalmente la riserva naturale del San Vicino - Canfaito


Per il WWF si tratta però di una vittoria “amara” per l’esclusione di aree fondamentali
Dopo 8 lunghissimi anni di riunioni politiche ed associative, convegni e manifestazioni alla fine il Consiglio regionale ha istituito ufficialmente la nuova Riserva naturale regionale dei monti San Vicino e Canfaito. Hanno provato in ogni modo e sino all’ultimo ad impedire la nascita di questa nuova area protetta, ma alla fine sono prevalse la costanza e l’impegno degli ambientalisti e dell’ assessorato all’ ambiente della Regione.
Si tratta indubbiamente di una vittoria “storica” per il WWF che per primo ha promosso l’istituzione di un’area protetta in quell’area e per tutte le altre associazioni ambientaliste e storiche, come ANPI, Legambiente, “Spizzichino”, CAI-TAM e altre che nel tempo si sono unite al WWF per il raggiungimento di questo importante risultato. Una vittoria che lascia però l’amaro in bocca, in quanto la perimetrazione stabilita “dall’inciucio” politico tra PD e PDL, con la mediazione di UDC, ha stravolto completamente, sia dal punto di vista ambientale che storico, il progetto originario approvato due anni fa dalla Giunta regionale che prevedeva una superficie protetta di quasi 2.500 ettari. Oggi la Riserva naturale nasce con circa 1.000 ettari in meno, tanto che per riuscire ad unire le aree del San Vicino e del Canfaito, che danno il nome all’area protetta, i politici si sono inventati uno strettissimo quanto assurdo “cordone ombelicale” che non ha alcun senso dal punto di vista naturalistico, né tantomeno storico e che creerà sicuramente grossi problemi a chi dovrà gestire l’area. Dal suo perimetro sono “spariti” importanti biotopi geologici e naturalistici come il “Fosso del Crino” che rappresenta il più lungo canyon delle Marche, il monumento geologico di “Sasso Forato”, l’intera forra di “Bocca de Pecu”, metà della stupenda “Gola di Jana”, la “Rocchetta”, la maggior parte dell’area floristica di Canfaito, i suoi faggi plurisecolari, compreso il "patriarca", il faggio più grande e più vecchio delle Marche con i suoi 650 anni, oltre 300 ettari del Demanio di Roti ecc… Ma sono stati esclusi anche veri e propri “gioielli” monumentali ed architettonici come l’incantevole borgo medioevale di Elcito e l’Abbazia di Valfucina, come pure i fondamentali luoghi storici legati alla Resistenza come gli abitati di Valdiola e l’area della battaglia tra partigiani e nazifascisti.
Tutte queste mutilazioni sono state apportate unicamente per accontentare le istanze di alcuni privati e delle solite potenti lobbies dei cacciatori e dei cavatori senza tenere conto degli inconfutabili dati scientifici, storici ed ambientali.
Poteva essere il primo prototipo marchigiano (il secondo in Italia) di area protetta che coniugasse aspetti ambientali e storici, paesaggistici e culturali, invece questa opportunità è stata svilita a causa dei compromessi e dei veti incrociati di individui, molti dei quali non hanno mai visto, neppure in fotografia, quei luoghi ancora in gran parte incontaminati.
Il WWF, insieme alle altre Associazioni, considera comunque questa perimetrazione come punto di partenza e, nella fase della redazione dl Piano della Riserva, attiverà tutte le motivazioni ambientali culturali e storiche per richiedere la modifica degli attuali confini ed inserire quelle zone attualmente escluse e che meritano di essere inserite all’ interno di questa area protetta.

da sprintonline.com