giovedì 19 agosto 2010

Uno sguardo sulle donne: dai Macchiaioli a Modigliani fino al 17 ottobre 2010















Dopo le ultime rassegne d’arte “Andy Warhol. Un mito americano”, “Salvador Dalì e i Surrealisti”, "Omaggio a Picasso", "Chagall Mirò. Magia, grafia, colore" e la mostra dedicata a Giorgio De Chirico, la Città di Civitanova Marche torna a riflettere sulla pittura italiana degli anni a cavallo fra Otto e Novecento con una seducente esposizione dedicata esclusivamente ai ritratti femminili realizzati in quei decenni, riprendendo così il filo del discorso avviato dieci anni orsono con le esposizioni centrate sulle figure degli artisti marchigiani che hanno operato nello stesso periodo, in cui la tradizione e la modernità si sono violentemente scontrate. La presenza a Civitanova Marche, nei primi anni del XX secolo, della giovane Sibilla Aleramo che ha ambientato proprio nel piccolo centro marchigiano il suo romanzo d’esordio, “Una donna”, ha rappresentato lo spunto culturale dal quale prendere le mosse per analizzare come la figura femminile sia stata rappresentata nel mondo delle arti in un periodo in cui le donne cominciavano a manifestare una forte insofferenza verso la loro condizione di subordinazione rispetto agli uomini. Attraverso cinquanta dipinti e sculture, la mostra “Uno sguardo sulle donne: dai Macchiaioli a Modigliani”, curata da Stefano Papetti, presenta i vari ruoli che le donne ricoprivano nella società del tempo, in un percorso articolato in sei ambiti nei quali vengono proposte immagini che le rappresentano nella loro veste di madri, di lavoratrici, di artiste, di seducenti conquistatrici, di recluse nei conventi per scelte spesso imposte dalla famiglia o di muse ispiratrici dell’opera dei loro compagni artisti. La mostra, realizzata grazie ad una attenta selezione delle opere che si conservano nelle collezioni pubbliche e private della regione Marche, consentirà di conoscere alcuni importanti dipinti inediti, come il toccante ritratto della signora Simboli eseguito nel 1928 da Giacomo Balla, di proprietà della Accademia Georgica di Treia, il ritratto della moglie Nanny Hellstrom dipinto da Osvaldo Licini negli anni venti, quando l’artista marchigiano si trovava a Parigi dove, poco prima della scomparsa del pittore livornese, aveva incontrato Modigliani presente in mostra con un ritratto femminile di grande suggestione. Nel primo decennio del Novecento la stampa scandalistica riservava ampio spazio alle vicende della contessa russa Maria Tarnowska, della principessa siciliana Giulia Trigona di Sant’Elia, dama di corte della regina Elena, uccisa in un alberghetto romano durante un incontro clandestino con il suo amante, o di uno dei figli dell’illustre clinico Augusto Murri, finito in carcere accusato dell’assassinio del conte Bommartini: si accreditava così l’ immagine delle femme fatale destinata a lasciare un segno profondo in quanti la amavano, divulgata anche nella letteratura di quegli anni. La mostra di Civitanova dedica un ampio spazio a questo prototipo femminile, presentando una serie di ritratti di seducenti ragazze rappresentate nel buio delle loro alcove, come nella tela di Giovanni Battista Crema, o mentre si abbandonano a sogni amorosi dopo la lettura di un libro di poesie, come nell’opera di Napoleone Grady o nella scultura di Giuseppe Renda che colpì un consumato viveur come il granduca Wladimiro di Russia. Ma nel contempo vengono illustrati anche altri stili di vita, come quello segnato dalla fatica della vita nei campi, descritta nelle tele di Nazzareno Orlandi, il pittore ascolano che tanto successo riscosse in Argentina, o la rinuncia alla libertà imposta nei conventi, dove talvolta le giovani venivano recluse per scelta dei genitori piuttosto che per vocazione, situazione che emerge nella tela di Domenico Morelli che ritrae una sprovveduta novizia dall’aspetto fragile. Anche il mondo della pittura, considerato per molto tempo luogo riservato agli uomini, nei primi anni del Novecento conta alcune rappresentanti femminili che, incuranti dei giudizi dei benpensanti, si dedicano all’attività artistica con successo, come mostrano le tele di Giulia Panichi, allieva del maestro romano Cesare Mariani, e della giovane patriota Giulia Centurelli. Numerose sono state anche le ragazze che, frequentando come modelle gli studi dei pittori, hanno finito per stabilire con loro un rapporto esclusivo che le ha innalzate al rango di muse ispiratrici dell’arte dei loro compagni di vita: Lina Ciucci, la moglie dell’eclettico pittore Adolfo de Carolis, molto stimato anche da D’Annunzio, ha rappresentato il prototipo di bellezza femminile più volte sfruttato dall’artista per le sue composizioni di maggior successo, come dimostra l’inedito ritratto che compare nel manifesto della mostra, recentemente acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo. Il catalogo, come la mostra a cura di Stefano Papetti, edito dal Comune di Civitanova Marche contiene saggi che illustrano in una visione pluridisciplinare il tema della mostra: Stefano Papetti ci offre un campionario femminile che trova precisi riscontri nella produzione letteraria, ma soprattutto nella pittura e nella scultura degli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quando anche gli artisti sembravano dedicare maggiore attenzione all’universo femminile, Marcello Verdenelli esamina le figure femminili presenti nella letteratura del primo Novecento, Marisa Vescovo analizza gli sviluppi del ruolo svolto dalle donne nell’ambito dell’arte del XX secolo. Le schede biografiche sono state curate da Enrica Bruni Stronati e Andrea Viozzi. Il progetto culturale prevede anche una rassegna di operetta italiana, concerti di musica classica, film dedicati al mondo femminile e quattro incontri con giornalisti, studiosi e scrittori che, nel suggestivo chiostro di sant’Agostino, tratteranno delle donne nel calde serate del mese di agosto.